sabato 12 agosto 2017

LA VITTORIA DI WENGER

Arsenal Leicester 4-3 

Inizia la Premier League 2017-18. 
Inizia con una partita spettacolare. 
7 gol, emozioni, ribaltoni e tensione. 
E lo spettacolo dell' Emirates Stadium che esplode all'85esimo.




Si parte con il gol di Lacazette, fiore all'occhiello del mercato dei Gunners. L'attaccante francese (in perfetto stile Wenger) bagna il suo debutto stampando, di testa, in porta un cross dell'egiziano El Neny.

Il Leicester è vivo. Reagisce immediatamente e pareggia col nipponico Okazaki in appena quattro minuti. La partita è piacevole sin da subito.

Ora l'Arsenal sbanda, soffre. Il 3-4-1-2 schierato da Wenger non convince appieno. Holding, Monreal e Kolasinac in difesa non convincono. Oxlade Chamberlain a sinistra sbaglia troppo. Bellerin si fa perdonare con alcuni dei suoi proverbiali recuperi. Ozil è quello delle giornate svogliate, nonostante qualche lampo. Welbeck si impegna a stare a supporto di Lacazette. La manovra è spesso lenta, El Neny e Xhaka si pestano i piedi e manca uno con le idee chiare in mezzo al campo. Tanta corsa, ma poca sostanza.
Ed è Vardy che ne approfitta siglando il 2-1 per i campioni d'Inghilterra 2015-16.

La reazione Gunners tarda a materializzarsi, ma al 45esimo, quando tutti pensano all'intervallo, un ottimo Kolasinac si avventura in area avversaria e crea lo scompiglio giusto per servire Welbeck che non può fallire il 2-2. Si va al riposo in parità, chi occupa i seggiolini dell' Emirates Stadium sta assistendo ad un bello spettacolo indubbiamente. 

La ripresa inizia abbastanza equilibrata. Nessun cambio, stessi 22 in campo.
Il Leicester sembra avere qualcosa in più, Mahrez danza sulla fascia, Morgan picchia duro, non si passa. 
Da un corner nasce il 3-2. Ancora Jamie Vardy castiga la dormita della difesa biancorossa. Spizzata di testa e Cech è battuto.

L'INTUIZIONE

Urgono cambi, ma che dico cambi, rivoluzioni. 
Wenger chiama Ramsey e Giroud. Fuori El Neny e Holding, un mediano e un difensore. Il tecnico alsaziano rivoluziona lo schieramento dell'Arsenal.
Plasma un 4-2-3-1 che dire offensivo è poco. La difesa ora schiera Oxlade Chamberlain a destra e Bellerin a sinistra (lo spagnolo annullerà Mahrez da qui alla fine), in mezzo la strana coppia Monreal Kolasinac. I due mediani sono Xhaka e Ramsey. Welbeck, Ozil e Lacazette agiscono dietro l'unica punta, la torre barbuta Giroud.

O la va, o la spacca. Wenger è gia sulla graticola.

Poco dopo toglie anche uno stanco Welbeck e inserisce Walcott.
Da questo momento non ci sono più notizie del Leicester. L'Arsenal prende in mano le operazioni. Schmeichel compirà due o tre interventi da campione per impedire il pari.
All'83' un lancio di Xhaka trova Ramsey (primo cambio di Wenger) in area. Lo stop a seguire è perfetto, la conclusione pure. 3-3.

Un minuto dopo Lacazette impegna ancora Schmeichel in un autentico miracolo. Ma non passa molto dalla capitolazione. Il corner di Xhaka (ancora lui, prestazione in crescendo) trova Giroud (secondo cambio di Wenger) in mezzo all'area e il francese, nonostante abbia avvinghiato a se Maguire, indirizza la palla all'incrocio. 
Traversa gol. 4-3. In due minuti. Ribaltone.

C'è spazio anche per un incursione di Walcott. E sarebbe stato enplein di gol dalla panchina. Fischio finale. L'Emirates esplode. Il coro per Giroud, sulle note della famosissima "Hey Jude" dei Beatles, scalda i cuori Gunners.

I primi tre punti sono in saccoccia. Grazie alle scelte. Alle rivoluzioni.
Il coraggio di Wenger. Plauso meritato.








giovedì 29 giugno 2017

Ci siamo. E' il momento della Grand Boucle.

Ci si abitua a tutto. Basta seguire il Tour de France perché la follia vi appaia come uno stato naturale
(Albert Londres, Tour 1924)





Sta arrivando Luglio, e Luglio è sempre sinonimo di grande ciclismo. E' tempo di Tour de France.

L'edizione 2017 partirà con una crono, le nostalgiche cronoprologo del Tour, dalla Germania. 
Dusseldorf ha vinto la corsa alla Grànd Depàrt 2017, un evento molto combattuto ogni anno. La crono sarà una passerella di 14km con favoriti tutti i grandi cronomen presenti.
E proprio un tedesco, Tony Martin, è il primo favorito per la vittoria di tappa e per la prima maglia gialla di questo Tour.

Il percorso di quest’anno si snoda tra Germania, Lussemburgo, Belgio e ritorno in Francia con diverse tappe imprevedibili, ma pochi arrivi in salita realmente impegnativi (di fatto soltanto quelli della La Planche des Belles Filles e dell’Izoard) ed un chilometraggio a cronometro sostanzialmente ininfluente. La crono di Marsiglia sarà infatti di soli 22km ed è posta alla penultima tappa quando probabilmente i distacchi saranno già più o meno decisi.
Ci saranno però molte tappe di media montagna, e tappe di montagna ma con arrivi in discesa o pianura. 

I favoriti per la vittoria finale sono i più grandi leader del ciclismo attuale. In fin dei conti solo Nibali tra i grandi non sarà presente al Tour. Chris Froome è ovviamente sempre il favorito numero uno, nonostante non sia una delle sue stagioni migliori, ma sappiamo che sulle strade di Francia Froome si trasforma e dalla sua ha uno squadrone pronto a supportarlo al meglio in ogni terreno.
Richie Porte parte in prima fila come primo avversario del keniano bianco. Il tasmaniano ha grandissime possibilità di insidiare il suo ex capitano quest'anno e dalla sua ha l'esperienza necessaria per cercare di gestirsi al meglio nelle 3 settimane. 
In terza fila inserirei Contador e Quintana. Il pistolero sparerà le ultime cartucce in terra di Francia? L'età avanza senza dubbio ma Alberto non partecipa mai per arrivare secondo. Il Condor colombiano invece è reduce dal secondo posto al Giro d'Italia, dove era arrivato per vincere e invece ha un pò deluso; che abbia fatto la preparazione mirata al Tour?
Altri outsider saranno Bardet, Chaves, Valverde, Majka, Uràn, Fuglsang e Pinot anche se sinceramente credo siano favoriti per un posto in top5 o top10.



Menzione speciale per il nostro portacolori Fabio Aru, recentemente vincitore del campionato italiano, che correrà il Tour in maglia tricolore.
A livello fisico è la sua migliore condizione, ha dominato il tricolore e corso un ottimo Giro del Delfinato da co-capitano insieme al danese Fuglsang. Proprio questo dualismo potrà essere un vantaggio per dividere la pressione e avere la possibilità di doppie tattiche. La strada dirà chi andrà meglio.  


La battaglia tra i velocisti sarà sempre interessante, la maglia verde è un obiettivo per molti specialisti delle volate. Sagan, Kittel, Greipel, Bouhanni e Dèmare sono i favoriti per questo tipo di arrivi. Cavendish sarà alla partenza ma gli ultimi mesi del velocista inglese sono stati abbastanza travagliati a causa della mononucleosi.

Numerosi saranno i cacciatori di tappe, tra i quali è impossibile non citare il nostro Ulissi, il fresco campione inglese Cummings, Matthews, Gallopin e Wellens della Lotto Soudal. 

Insomma, la carne al fuoco è tanta. Aspettiamo solo l'inizio di questa grande corsa.

Buon Tour de France.



domenica 28 maggio 2017

VITTORIA ORANJE

LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI

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Vittoria meritata. 

L' olandese Tom Dumoulin fa suo il Giro del Centenario. Per la prima volta nella storia una vittoria Oranje. Ha lottato alla grande, senza una squadra adatta a supportarlo, ha vinto dominando a crono, ha tenuto testa agli attacchi in montagna di Nibali e Quintana, ha reagito alla grande nonostante l'imbarazzante problema intestinale di martedì scorso, ha fatto il signore aspettando Quintana e anche lo sbruffone prima di perdere momentaneamente la maglia rosa. Nel complesso ha meritato.


Onore agli sconfitti. 
Nairo Quintana ha avuto qualche tappa di defaillance, non ha dimostrato di essere il migliore in salita, aveva la squadra più forte ma forse l'ha utilizzata male. Si difende alla grande nell'ultima crono piazzando un buon secondo posto considerando che andrà anche al Tour a fare classifica. 

Vincenzo Nibali è il solito grande lottatore, non muore mai, ci prova sempre, è il beniamino della folla. Peccato per quel tempo perso sul Blockhaus e ad Oropa. Ma ha dimostrato di essere comunque un grande campione. Penso che ci farà ancora divertire quest'anno. 


Sul percorso devo fare qualche critica, mi aspettavo salite più toste, salite storiche che avrebbero tracciato differenze più nette, per fortuna i corridori hanno corso a viso aperto, ci sono state grandi tappe e le emozioni non sono mancate. 


Un pensiero va a Michele Scarponi che sarà sempre nella storia del Giro. Ogni tappa ci ha ricordato quanto manchi al mondo del ciclismo. La sua Astana ha provato a onorarlo con una vittoria di tappa, non ci sono riusciti ma lui sarebbe stato comunque orgoglioso di loro.

mercoledì 5 aprile 2017

IL ''TRAGHETTATORE'' HA CONVINTO TUTTI


In estate era stato catapultato su quella panchina senza quasi certezze. Lazio, Salernitana, Salernitana, Lazio.

Bielsa si, Bielsa no. Alla fine è arrivato lui, Laziale DOC, bomber degli anni d'oro della Lazio di Cragnotti.

Simone Inzaghi è sempre stato fedele alla causa biancoceleste. Da giocatore e da tecnico. Con la primavera ha vinto e stupito, ha fatto crescere tanti giovani che oggi sono con lui in prima squadra, ha avuto ragione lui.
Nonostante la diffidenza iniziale di molti, ma non di tutti, ha lavorato in silenzio, con determinazione e dedizione. La squadra l'ha seguito, i BIG e i giovani esordienti, un amalgama ben assortita che ha permesso alla Lazio di essere lì in lotta per l'Europa che conta. In campionato è una delle squadre che gioca meglio, pressing, gioco sulle fasce, velocità e concretezza.

Armi che anche in coppa Italia hanno portato le aquile in finale, una cavalcata entusiasmante culminata con il doppio derby con la Roma che ha sorriso ai biancocelesti. Come nelle favole più belle di questo sport.

E il traghettatore oggi può festeggiare uno dei compleanni più belli della sua vita. Un traghettatore che ha convinto tutti.
Complimenti mister.

E auguri.

domenica 2 aprile 2017

LEGGENDA VALLONE



Oggi era il gran giorno del Giro delle Fiandre, una delle corse storiche, Classica Monumento, pavé e muri nella terra delle due ruote a pedali: il Belgio.
E siamo qui a celebrare un corridore strepitoso, che negli ultimi anni ha raccolto poco rispetto a quanto meritasse. Oggi dell'arrivo a Oudenaarde la fatica si è trasformata nella gioia infinita per un impresa di altri tempi.
All'attacco con la sua squadra fin dai -90km all'arrivo, lui con altri campioni, a sfruttare il Kappelmuur come trampolino per un salto nel vuoto, di quelli che se sbagli e cadi, ti fai male. Sul successivo passaggio sul Kwaremont l'attacco si trasforma in fuga solitaria e il campione deve pedalare a testa bassa. Neanche i telecronisti credono nell'azione folle; mancavano 52km all'arrivo, ''attacco velleitario'' dirà Silvio Martinello alla RAI.
Io non avevo mai visto un impresa simile da quando seguo il ciclismo, mi sono entusiasmato. I favoriti, Sagan e Van Avermaet ora fanno sul serio. Hanno raggiunto gli attaccanti e ora tirano dritto per recuperare sull'unico fuggitivo, sul pazzo che è in testa. Sono fiduciosi anche in ammiraglia Bora, dicono a Sagan di spingere al massimo perché il folle solitario crollerà. E Sagan mette il turbo sull'ultimo passaggio sul Kwaremont; sono in tre, il campione del Mondo con la sua bella maglia arcobaleno tira, mentre Van Avermaet e l'altro belga Naesen tengono la sua ruota.
Il Kwaremont è una salita tosta, non molto lunga, ma il suo pavé crea selezione. La zona è transennata, colma di gente, molti corridori cercano le vie di fuga esterne alla carreggiata in pavé per trarre sollievo, evitare le vibrazioni. Sagan si avvicina troppo alle transenne, è un attimo. Crollano tutti e tre, rovinosamente. È il colpo di scena clamoroso. Gli inseguitori si annullano. Sagan l'ha fatta grossa. Si bestemmia in italiano sull'ammiraglia della sua squadra.
Davanti il pazzo continua per la sua strada, ha superato anche l'ostico Paterberg, ultimo muro (noto con piacere i 4mori in cima a questa salita). Ora alla fine mancano 11km di pianura. Una vita.
Soffrirà l'impossibile ma alla fine la gioia sarà immensa. Ha vinto lui. Il Vallone ha vinto nel cuore delle Fiandre. Il Vallone amato anche dai Fiamminghi. Ha la maglia nera, rossa e gialla. È il campione nazionale belga.
È Philippe Gilbert. Chapeau.